giovedì 17 luglio 2008

Gusto

È un’altra parola del cerchio delle parole inspiegabili.L’unica cosa che mi sento dire e che secondo me a differenza di quella frase comune: “gusto è una cosa personale”, nel campo dell’architettura le scelte che vengono fatte sulla base del gusto molte volte possono essere criticate o cambiate, perché la maggior parte di quello che chiamiamo gusto è la nostra conoscenza e sapienza, e ha una logica scientifica. Per esempio supponiamo che io( ancora non architetto) decido di arredare la mia camera, nel modo che a me piace di più (rispetto al mio gusto). Ma il giorno dopo arriva un’ architetto che ha studiato la tonalità dei colori e il loro effetto sull’uomo, la posizione dello specchio rispetto alla scrivania o il letto, quantità e tipologie dell’illuminazione... e dopo aver conosciuto le mie caratteristiche, per esempio: colori che con il passare del tempo inconsapevolmente mi hanno dato più piacere per diversi motivi (magari avere un giocattolo di colore viola che è stato il giocattolo più bello e più importante, quando ero bambino), mi cambierà completamente l’arredamento della mia camera e mi crea uno spazio che a me piacerà molto di più (secondo il mio gusto). Perciò per me il gusto di una persona può essere sempre migliorato senza diventare uguale al gusto di altre persone.
Oggi vediamo molti casi, come vestire o scegliere la macchina nei quali il gusto sta perdendo sia la parte personale che la parte scientifica e il commercio ci fa credere che la cosa più strana e diversa è più bella e se un giorno il colore blu va di moda tutti dobbiamo vestire in blu. Questa cosa è la caratteristica della strada di oggi dell’umanità che la sta portando a farla diventare come un robot senza personalità e responsabilità.., che è un’altra storia, per la quale non c’è spazio per parlarne in questo libro.